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Refusenik: Il rifiuto delle armi

8 OTTOBRE
22:30
Cinema Tivoli (Via Massarenti 418)

Lo sguardo internazionale di tre registi per parlare di vita e di morte, di guerra ed amore, di scelte e conseguenze. Sullo schermo i corti “A letter to God”, “The Visit” e il lungometraggio “Objector”, intervallati dal confronto con esperti.

Ingresso a esaurimento posti, in ottemperanza alla normativa anti-Covid. Non è prevista prenotazione. Consigliamo di presentarsi almeno 15 minuti prima.

Approfondimento

con registi ed esperti.

A Letter to God, di Bahman Zangeneh, Iran, 2020, 8’

Una bambina, la cui madre è colpita dal Coronavirus, scrive una lettera a Dio.

 


 

Nato nel 1992 in Iran, Bahman Zanganeh è laureato in regia televisiva. Nel 2005 inizia a lavorare in ambito teatrale. Nel 2010 inizia un percorso attoriale. Durante gli anni universitari, scrive e dirige svariati cortometraggi e animazioni. È inoltre poeta e autore di due libri.

The Visit, di Rana Abedi, Iran, 2019, 5’

Questo cortometraggio straziante ma emozionante e confuso narra del viaggio di un bambino che sta iniziando a percepire e ascoltare ciò che accade intorno a lui. Sebbene il mondo esterno sembri così caotico e instabile, il bambino finisce il suo viaggio con successo, ma perdendo il legame più prezioso, a causa di una guerra mostruosa. Una figura che tutti conosciamo, una casa in cui torniamo sempre. Una madre.

 


 

Rana Abedi, iraniana, laureata in lettere e specializzata in animazione, da 12 anni si occupa di progetti di animazione 2d presso la National Television of Iran. Da qualche anno lavora come artista. Collabora con importanti studi di animazione iraniani e internazionali; ha lavorato a oltre 20 cortometraggi e serie tra cui “Amin & Akvan” diretto da Zohal Razavi e “Love Teacher” diretto da Shahram Kharazmi.

Objector, di Molly Stuart, Stati Uniti, 2019, 75’

Come tutti i giovani israeliani, Atalya è obbligata al servizio militare. A differenza della maggior parte delle persone, lei mette in discussione le pratiche militari del suo paese ed è determinata a sfidare quello che per tutti gli altri è un rito di passaggio. Nonostante la disapprovazione della sua famiglia e le preoccupazioni personali, Atalya rifiuta il servizio militare e viene incarcerata per il suo dissenso. “Objector” segue Atalya in prigione e oltre, offrendo una finestra unica sul conflitto israelo-palestinese dal punto di vista di una giovane donna che cerca la verità e prende posizione per la giustizia.

 


 

Molly Stuart è regista, produttrice e montatrice, ha vinto il Bill Nichols Excellence in Cinema Award, il Canon Best in Show Award, il Spotlight on Women in Film Award e il Barbara Hammer Award. Ha anche vinto diversi premi in festival cinematografici, tra cui Miglior documentario, Miglior film interreligioso, Miglior documentario internazionale, Miglior cortometraggio e Miglior giovane narratrice di donne. Nel suo lavoro, si pone il tema di come cambiare la contemporaneità e getta una luce intima sulle persone coinvolte nei movimenti sociali.