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Dall’altra parte del mare

8 OTTOBRE
19:45
Cinema Tivoli (Via Massarenti 418)

Web series, foto d’autore, premiazione e film. Questi gli ingredienti della serata che si apre con il racconto del progetto Ciak MigrAction! (WeWorld) e prosegue con lo Screening Off di Claudio Majorana che presenta al pubblico gli scatti realizzati per WeWorld alla periferia di Milano durante il lockdown. In programma anche la consegna del premio Lo Porto, dedicato al cooperante WeWorld-GVC, ucciso nel 2015 durante un’operazione anti-terrorismo. Chiude la proiezione del film francese #387 con il dramma del naufragio di un’imbarcazione di migranti.

Ingresso a esaurimento posti, in ottemperanza alla normativa anti-Covid. Non è prevista prenotazione. Consigliamo di presentarsi almeno 15 minuti prima.

Presentazione della webserie CIAK MigrAction!

Quando si parla di migrazioni c’è chi si accontenta del racconto del dramma e chi vuol sentir parlare solo di eccellenze, di biografie fuori dall’ordinario.
Cosa rimane esclusa? La normalità.

“Tutti i giorni” – webserie realizzata da WeWorld all’interno del progetto europeo CIAK MigrACTION – vuole mettere al centro del dibattito i protagonisti del fenomeno migratorio, attraverso le loro storie e la loro quotidianità.
In sala, a presentare un’anteprima della webserie, la giornalista e produttrice Kibra Sebhat e David Blank, uno dei protagonisti

Screening Off di Claudio Majorana

Claudio Majorana è un fotografo specializzato in scatti di adolescenti e delle loro vite nelle periferie e nelle comunità più vulnerabili.

A giugno, dopo la fine del lockdown, Majorana ha incontrato alcuni ragazzi e ragazze della periferia milanese che WeWorld supporta con un progetto nazionale contro la povertà educativa. Gli scatti in bianco e nero raccontano le pressioni affrontate durante il lockdown, ma anche tutte le paure connesse: quelle per sé stessi, per i familiari, per la scuola.


Claudio Majorana nasce a Catania nel 1986. Dopo il suo primo progetto fotografico che documenta la scena skate della Sicilia – nel 2018 pubblica con Cesura Publish “Head of the Lion”, un libro che documenta l’adolescenza, fino alla maggiore età, di un gruppo di skater della periferia catanese che segue e fotografa per sei anni. Nello stesso anno si laurea con una tesi sulla cognizione sociale e sviluppo cerebrale durante l’adolescenza. Attualmente, Majorana lavora con Arianna Arcara – co-fondatrice di Cesura – a un progetto personale intitolato “Ciao Vita Mia” e lavora all’archivio fotografico di suo nonno. Dal 2020 è un membro di Cesura.”

Premiazione del "Premio Lo Porto"

Nello Scavo (giornalista de L’Avvenire), Danilo de Blasio (direttore del Festival Diritti Umani di Milano) e Chiara Boschiero (coordinatrice di Biografilm Festival) consegnano il Premio intitolato a Giovanni Lo Porto, cooperante e collaboratore di WeWorld-GVC ucciso nel 2015 durante un’operazione statunitense anti-terrorismo.
Il premio ha lo scopo di valorizzare quei documentari che raccontano gli sforzi eroici e la resistenza di uomini e donne che non arretrano di fronte a violenza e oppressione, ma promuovono valori come la solidarietà e il rispetto dei diritti umani, di pace e libertà.

#387, di Madeleine Leroyer, Francia, 2019, 62’
Il 18 aprile 2015 una barca affonda al largo della Libia. Muoiono circa 800 migranti. Si tratta della peggiore tragedia verificatasi nel Mediterraneo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il governo italiano prende una decisione senza precedenti: riportare a galla il relitto e cercare di identificare le vittime. A capo di questa operazione c’è Cristina Cattaneo. Una felpa con cappuccio, pantaloni, una cintura. Ecco cosa resta del “numero 387”. Servendosi dell’esame delle ossa, della ricostruzione 3D e del controllo incrociato del DNA, Cristina e il suo team faranno il possibile per dare un nome a ciascun corpo. In Grecia, Pavlos Pavlidis lavora da 17 anni per identificare i corpi senza nome. Oggi, come Cristina, lavora all’identificazione delle vittime del Mediterraneo per la Croce Rossa Internazionale. Non si tratta della ricerca dei soli nomi: è una ricerca di umanità.


Laureata a Sciences Po nel 2007, Madeleine Leroyer dal 2008 al 2014 ha lavorato come corrispondente dalla Russia per numerose redazioni francesi e francofone, tra cui RTL, BFM TV, Radio Suisse Romande, RFI e Le Figaro. Autrice di “Une vie de pintade a Moscou” (pubblicato da Calmann- Levy nel 2012, tradotto in russo nel 2015), Leroyer entra a far parte dell’Accelerator Lab della fondazione americana Chicken&Egg Pictures. Nel 2016, ha prodotto il suo primo lungometraggio documentario, intitolato “Number 387”.