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Brevi storie di genere

10 OTTOBRE
20:00
Cinema Lumière (Via Azzo Gardino 65)

Quattro corti e un dibattito per parlare di donne. Le registe Emanuela Zuccalà e Giulia Giapponesi presentano i loro lavori – rispettivamente “La scuola nella foresta” e “Il Fagotto”. Con un approfondimento insieme a Elena Caneva (WeWorld).

Evento con prenotazione obbligatoria. Per prenotare il tuo posto clicca qui.

Screening off: la fotografia al TTFF - Collettivo PandemicA

L’avvento del virus Covid 19 e le misure attuate per contenerlo hanno rimarcato le disuguaglianze di genere insite all’interno delle nostre società: che sia nella
normalità del quotidiano o nell’emergenza, le donne vivono da sempre la doppia difficoltà di dover conciliare la cura della collettività con quella delle proprie vite private.
Cosa ha comportato questo tempo per le esistenze di donne, compagne, sorelle, lavoratrici, madri? Quali meccanismi ha fatto affiorare?
Il progetto fotografico PandemicA, racconto corale per immagini, è nato durante il lockdown per dare voce alla complessità del mondo femminile attraverso delle foto-ritratto, accompagnate da un breve racconto di ognuna sul periodo vissuto, per narrarlo da un punto di vista di genere.
Un collage di ritratti che squarciano il velo di silenzio, invisibilità e subalternità che ancora una volta la storia propone alle donne, ispirato alla capacità di creazione e ricostruzione che caratterizza la visione femminile.
Attraverso il linguaggio fotografico, PandemicA vuole rivendicare la partecipazione attiva a una nuova organizzazione sociale, libera dalle disuguaglianze, che fanno di questo mondo un territorio invivibile per tutte e tutti e diffuse anch’esse in forma pandemica.
Il progetto è nato dalla collaborazione fra la giornalista e fotografa Giuditta Pellegrini e la Casa delle Donne di Terni, si avvale della partecipazione della designer e photo editor Elena Chiocchia e della fotografa e photo
editor Sara Casna e ha visto la partecipazione di numerose donne e fotografe.


pandemica2020@gmail.com
https://www.facebook.com/pandemica2020/

Il fagotto, di Giulia Giapponesi, Italia, 2019, 15’
La denatalità sta causando la sparizione di un paese e il Governo mette in atto politiche di pressione, non solo psicologiche sulle donne, chiamate ogni anno in un ufficio statale a spiegare il motivo della loro mancata maternità. In un mondo fuori dal tempo, che sinistramente somiglia sempre più al nostro presente, due donne sono ai due poli opposti del loro periodo di fertilità. Bianca ha 18 anni e suona il fagotto, Vittoria ne ha 47 e le resta solo un anno prima che il suo badge scada. Il loro incontro le obbliga a dover decidere in un istante la direzione del loro futuro: qualunque scelta cambierà il destino delle loro vite.
Giulia Giapponesi è una regista e montatrice nata a Bologna nel 1980. Durante gli studi in Scienze della Comunicazione, diventa montatrice presso la Maxman Coop di Paolo Marzoni, con cui collabora. Nel 2009 vince il concorso della Cineteca di Bologna per la miglior regia di un video contro la violenza sulle donne. Dal 2010 cura la regia di oltre 30 video e spot per aziende come Hera, Herambiente, Meliconi, Circuito Cinema etc. Nel 2012 fonda Kinodromo, di cui è presidente fino al 2014. Nel 2014 vince il premio MediaStars per lo spot interattivo Ricicli Stellari. Il Fagotto è il suo primo cortometraggio di finzione.
Extra Safe, di Nouran Sherif, Egitto, 2019, 9’

Noha, 28 anni, va in farmacia per comprare un preservativo; la situazione è tesa per la reazione dei presenti e a complicare le cose è l’arrivo di sua madre, che capovolge l’intera situazione. Noha si ritrova così alle prese con una serie di eventi indesiderati.

 


 

Nouran Sherif, nato nel 1990 al Cairo, studia arte presso la facoltà di arti applicate e inizia la sua carriera come artista visiva e audio nel 2010. In seguito si appassiona alla video arte e ai film sperimentali, e partecipa a numerose mostre d’arte in tutto il mondo (Stati Uniti, Inghilterra, Finlandia e molti altri paesi).

Ashmina, di Dekel Berenson, UK 2018, 15 min

Ashmina ha 13 anni e lavora in un campo di atterraggio per parapendii per aiutare la famiglia, nonostante il suo desiderio di andare a scuola.

 


 

Dekel Berenson è uno scrittore, regista, attivista . Traendo ispirazione dai viaggi in più di sessanta paesi, Dekel esplora le questioni sociali e umanitarie del mondo reale. Il suo secondo cortometraggio, “Ashmina”, ha vinto diversi premi, tra cui il premio per il miglior cortometraggio al 59 ° Festival di Cracovia e il miglior cortometraggio dal vivo al 36 ° Festival di Gerusalemme, arrivando anche alla cinquina degli Oscar. Il suo terzo film, “Anna”, è stato presentato come Selezione Ufficiale in Concorso al 72 ° Festival di Cannes e ha vinto il premio per il Miglior Cortometraggio Britannico ai 22° BIFA.

The Bush School (La scuola nella foresta), di Emanuela Zuccalà, Italia, 2020, 23’

Mentre molti Paesi africani hanno vietato le mutilazioni genitali femminili, in Liberia questa pratica è ancora diffusa, tanto da essere praticata come iniziazione alla società segreta femminile “Sande”. Considerata custode della tradizione e della cultura degli antenati, la società segreta è intoccabile. Nelle sue “bush schools”, il cui rito di accesso è il taglio del clitoride, le ragazze passano un periodo che va da pochi mesi fino a tre anni, per imparare il rispetto degli anziani, i loro doveri di future mogli e madri, le danze e i canti, rimanendo totalmente analfabete. Finora, l’enorme influenza politica di Sande ha impedito al Parlamento di emanare una legge che criminalizzi le mutilazioni genitali femminili, ricevendo invece regolari finanziamenti dal Ministero dell’Interno. Dando voce a tre attiviste liberiane per i diritti delle donne, questo film si unisce alla loro dolorosa e appassionata denuncia. Con l’obiettivo di suscitare uno sdegno internazionale che riesca a porre fine a questa crudele tradizione.


Emanuela Zuccalà è una giornalista freelance, scrittrice e regista specializzata in diritti delle donne. I suoi lavori sono pubblicati, tra gli altri, da El País, Worldcrunch, Mail&Guardian, D-Repubblica. Nel 2012 vince il Press Freedom Award di Reporters Sans Frontières. Il suo documentario “Solo per farti sapere che sono viva” è stato premiato in vari festival internazionali, fra cui il Margaret Mead di New York e l’Aan Korb della Bbc nel 2014. Nel 2016 ha prodotto “Uncut”, progetto multimediale sulle mutilazioni genitali femminili, pubblicato in 7 Paesi tra Europa e Africa e vincitore di 15 premi giornalistici e cinematografici. Il suo ultimo progetto multimediale è “Crossing the River”, sulla mortalità materna nell’Africa sub-sahariana.

Dibattito

alla presenza di autrici ed esperti.