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I Vincitori della 16ma edizione del Terra di Tutti Film Festival

La XVI edizione del Terra di Tutti Film Festival si conclude con un grande successo di presenze per proiezioni – sia in presenza sia online su Mymovies – ed eventi fuori sala, testimoniando come la forza narrativa del cinema del reale incontri l’interesse del pubblico e sia necessario riflettere su ‘uno spettacolare e caleidoscopico spaccato di lotte, resistenze e coraggio’, come ha affermato il direttore artistico Jonathan Ferramola.

Durante le serate del festival sono stati conferiti i 4 premi e 4 menzioni.

Il Premio Giovanni Lo Porto, assegnato da una giuria composta da Renata Ferri, Manuela Tempesta ed Eleonora Camilli, è stato conferito a MYANMAR DIARIES di The Myanmar Film Collective – sigla che raggruppa dieci anonimi registi birmani – con la seguente motivazione: «Unanimi e compatte noi, non abbiamo avuto esitazioni nel conferire il premio a Myanmar Diaries. È molto più di un film, è un documentario, una testimonianza, un diario di voci e volti invisibili agli occhi del mondo che ci raccontano quello che non sappiamo: come si vive nel terrore dopo il colpo di stato militare del febbraio 2021 che ha rovesciato il governo di Aung Sang Suu Kyi. Un affresco del doloroso vivere in una contemporanea dittatura del terzo millennio realizzato con differenti ed eterogenei registri narrativi: fiction, documentario autoriale e spontaneo. Un film dal ritmo sapiente, sempre in perfetto equilibrio tra realtà e finzione, che restituisce una realtà capace di scuotere le coscienze e che abbiamo e il dovere di diffondere».

Menzioni speciali della giuria anche a Libya, no escape from hell di Sara Creta, significativo documentario di denuncia politica sul traffico di esseri umani e le politiche migratorie, e per Roadblock di Dahlia Nemlich, cortometraggio di grande impatto che esplora le diverse identità della giovane generazione libanese.

Il Premio Benedetto Senni, assegnato dalla giuria composta dai membri dell’Associazione Benedetto Senni, è stato ottenuto da Vento na Fronteira di Laura Faerman e Marina Weis, girato in Brasile ed uscito quest’anno, con questa motivazione: «Il documentario propone immagini spesso emblematiche che raccontano una storia di land grabbing e di lotta per la rioccupazione della terra in modo emozionante e coinvolgente. La popolazione Guaranì rivendica i diritti di vivere nella propria terra e il diritto di esistere contro gli interessi dei coloni e delle grandi compagnie del settore agro-alimentare. La giuria ha ritenuto opportuno premiare un documentario che lascia, insieme alle immagini e ai personaggi, degli interrogativi, delle riflessioni», soprattutto in un momento di grande importanza per il Brasile, alla vigilia del ballottaggio Lula – Bolsonaro.

Il documentario Sarura: the Future is an Unknown Place di Nicola Zambelli e la SMK Factory,ottiene, invece, la Menzione speciale Senni, essendoun documentario che testimonia la situazione israeliana in Palestina che non sembra riuscire ad uscire da un contesto di violenza e sopraffazione.

Il Premio Voci di donne invisibili, sostenuto da Coop Alleanza 3.0, è stato conferito dalla Giuria – composta dai soci Coop Alleanza 3.0 – a Writing with Fire in quanto «documenta una storia di coraggio, denuncia, di riscatto ed empowerment delle donne Dalit, e attraverso di loro di tutte le donne. La storia di queste giornaliste “rivoluzionarie” che superano tante difficoltà per denunciare i soprusi del regime è come un faro per la libertà e la democrazia e ci ricorda una questione molto importante oggi, anche per “l’Occidente”: il ruolo importante che il giornalismo può e deve svolgere nella denuncia della verità, nella tutela della democrazia, dei diritti e del rispetto della vita delle persone».

Mentre Il Premio Voci di giovani invisibili, sostenuto da Emil Banca e assegnato dalla Giuria composta da collaboratori e soci di Emil Banca, è andato a Mohamed Kenaw per Tam Tam Basket «per aver narrato con linguaggio immediato e grande empatia quanto sia possibile rendere visibili, innanzitutto a loro stessi e poi alla comunità intera, dei giovani che, altrimenti, sarebbero rimasti relegati ai margini o, peggio, assoldati dalla malavita locale. Per aver saputo, con le immagini di sorrisi e silenzi, sottolineare la potenza del messaggio di inclusione e di restituzione di identità e dignità di quest’esperienza sportiva».

Infine, la Menzione DamsLab assegnata dagli studenti del corso Linguaggi del cinema dell’Università di Bologna è stata conferita al lungometraggio One day One daydi Olmo Parenti e Marzo Zannoni perché «è una preziosa testimonianza su una realtà complessa e dolorosa e che non può passare inosservata. Con grande sensibilità e profonda cura nei confronti non soltanto dei fatti ma anche delle emozioni, il regista racconta un anno di vita di alcuni dei migranti africani nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, nel Foggiano. Imbrigliati nel caporalato, questi ragazzi ci ricordano cosa voglia dire vivere clandestinamente in Italia oggi, con fame di dignità nei loro sguardi».

Lo staff del Terra di Tutti Film Festival ringrazia tutt* gli ospit*, registe e registi, tutti i nostri partner, il pubblico sempre più numeroso e tutte le volontarie e volontari che hanno reso possibile questa sedicesima edizione.

Grazie!

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