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I vincitori della 14a edizione del Terra di Tutti Film Festival

Dopo questo lungo giro del mondo in 41 film, sessioni di fotografia, webinar, formazione di giornalisti, seminari e masterclass siamo giunti alla fine della 14a edizione di TTFF.

Nel video che potete vedere qui sotto, abbiamo raccolto le motivazioni delle 5 giurie di qualità che hanno assegnato i premi 2020 ed i ringraziamenti dei registi premiati, in parte in streaming ed in parte al Cinema Tivoli lo scorso 8 ottobre.

Collegandovi alla pagina www.terradituttifilmfestival.stream/vincitori/ potete vedere i 5 film vincitori gratuitamente, fino alle 12 di martedì 13 ottobre.


 

Il Premio Benedetto Senni 2020 è stato assegnato a

Balolé, The Golden Wolf di Aïcha Chloé Boro, Burkina Faso, 2019, 65’

Con la seguente motivazione: “C’è una risorsa, la pietra. Una comunità che vive di essa, con essa. Una immagine apparentemente remota, da un buco.. una cava, che sembra essere distante, lontana, sia in termini spaziali che socio-culturali, ma in che in realtà è interno alla città e fa parte di essa. L’autrice sceglie sapientemente immagini, dialoghi, e situazioni, per trasportare lo spettatore nel mondo della cava. Per renderlo parte della vita di quelle donne e quegli uomini. Dei loro problemi: l’accesso e lo sfruttamento consapevole delle risorse, la vita. Ci hanno colpito le immagini, le parole estremamente lucide. La consapevolezza, che è spesso presente insieme alla rassegnazione. Ma non qua, non nel Burkina, e non ora, dopo la rivoluzione del 2014.”

La giuria Senni ha assegnato anche una menzione speciale a Golden Fish, African Fish di Moussa Diop e Thomas Grand per la bellezza delle immagini, la pulizia del racconto, che uscisce i maestri del cinema del reale e si ispira alla grande figura del racconto dei mestieri antichi quali Vittorio De Seta.


 

Il Premio Giovanni Lo Porto 2020 è stato assegnato a

#387 di Madeleine Leroyer, Francia, 2019, 62’

Con la seguente motivazione: “Cosa succede a una società quando così tante persone muoiono senza identità e dignità ?” questa domanda è il punto di partenza della regista Madeleine Leroyer, al suo primo lungometraggio.

#387” è un film che riesce a rendere visibili gli invisibili, ci porta con sè in un processo di investigazione accurato e rispettoso di ogni singola persona che viene raccontata, senza sbavature emotive.

Il lavoro di medicina forense portato avanti dalla squadra della dottoressa Cristina Cattaneo diventa attraverso questo film un processo di ricostruzione della nostra umanità e della nostra responsabilità di fronte al dramma della morte di migliaia di migranti nel Mediterraneo.

La regista riesce a rappresentare l’universalità della “presenza dell’assenza”, elemento comune che emerge dalle storie di tutti i protagonisti, chiamando in causa continuamente lo spettatore.  

Attraverso i pezzetti della storia frammentata del morto #387, che riemergono lungo tutto il film, la regista restituisce a tutte le vittime del Mediterraneo la loro dignità. E forse così preserva anche la nostra.

Un film coraggioso che tutti noi dovremmo vedere.”

La giuria Lo Porto ha anche assegnato una menzione speciale a Iraqui, youth on the front line “per la forza di raccontare i giovani attivisti parlano la lingua universale delle rivolte di questo periodo: democrazia, lotta alla corruzione, libertà e partecipazione, da Algeri a Hong Kong. Vestono le stesse magliette, mostrano i propri tatuaggi, si commuovono per le stesse ragioni dei loro coetanei occidentali. E così il reportage di Francesca Tosarelli, Sara Manisera, Arianna Pagani e Silvia Boccardi riesce a parlare di Iraq ponendo domande che riguardano ciascuno di noi.”


 

Premio Storie di giovani invisibili 2020 assegnato da Emil Banca è stato assegnato a

Walled Citizen di Sameer Qumsiyeh, Palestina, 2019, 79’

Con la seguente motivazione: “ Assegniamo il premio Emil Banca a Walled Citizen di Sameer Qumsiyeh per la capacità di mostrare una prospettiva diversa alla libertà di movimento: si può anche viaggiare per il piacere di farlo, per conoscere luoghi e persone diverse e non solo per la necessità di scappare. Allo stesso tempo afferma l’importanza universale del diritto di vivere libero nella propria terra o di lasciarla sentendosi a casa ovunque. Il viaggio assume quindi anche una valenza politica e sociale contro i muri del presente che non dovrebbero essere di ostacolo alle opportunità di crescita dei giovani.”


 

Premio Voci di donne invisibili 2020 assegnato dai soci di Coop Alleanza 3.0 a

Magar Women di Rosario Simanella, Italia, 2019, 59’

Con la seguente motivazione: “Il racconto di un’esperienza tanto particolare, quanto sconosciuta: una piccola comunità governata da donne che, seppur denunciando la loro solitudine e le loro fatiche, hanno saputo organizzarsi in gruppi di lavoro per garantire la sostenibilità della propria comunità.  

Un film che rappresenta una speranza per l’universo femminile. Le donne di Magar sorridono, sorridono sempre e questo alla lunga sconfiggerà pregiudizi, stereotipi e discriminazioni nei confronti dell’universo femminile.”


 

Menzione DamsLab 2020 assegnato dagli studenti del Dams a

The Milky Way, di Luigi D’Alife, Italia, 2020, 84’

Con la seguente motivazione: “ “Per la volontà di portare alla luce un dramma migratorio poco noto, e reso palpabile da una fotografia che eccelle nelle sequenze notturne, e dai racconti di chi non ha perso la sua umanità, per la molteplicità dei metodi di rappresentazione, che rende innovativa la narrazione, e per il coraggio di denunciare l’abuso di potere da parte delle forze dell’ordine.”

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